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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

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Attenzione: questo è un blog antifascista ed antirazzista. Gli esseri umani sono tutti benvenuti. Grazie per la visita!

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Handicap: l’integrazione e le dinamiche familiari

La diagnosi di un handicap grave per lo più viene fatta alla nascita o anche nella prima infanzia: per la madre ed il padre si tratta di un dolore che non trova spazio e profondità nella immaginazione di chi non lo ha sperimentato    e perciò scompagina gli equilibri ed i rapporti esistenti all’interno del nucleo familiare. Per tentare di figurarci lo sgomento che si produce in tali circostanze dobbiamo tornare con la mente su ciò che normalmente rappresenta un figlio per i suoi genitori, quali aspettative personali e sociali erano state investite durante l’attesa, quali gli aspetti istintuali ed emozionali coinvolti, e via    dicendo. Naturalmente le reazioni, le difese e le capacità di elaborazione sono diverse caso per caso, essendo legate ad una serie di variabili che includono    (per menzionare appena quelle fondamentali):        -       il carattere e la struttura di personalità preesistente dei genitori, -             ordine di genitura del bambino disabile, aspetti intrinseci

Il bullismo: la logica del branco.

Qualcuno avrà letto “il signore delle mosche”, sì di un certo Golding, una storia immaginata oltre cinquant’anni fa, che in qualche modo riproduce o comunque richiama la nascita di una società molto primitiva, animalesca, con gerarchie dure,    fondate su rapporti di forza    e ritualità magiche e terrifiche, così come essa si sviluppa spontaneamente in un gruppo di fanciulli abbandonati a sé stessi.   Cosa spinge dunque l’uomo ad aggregarsi? Il bisogno di comunicare e di amarsi?   Sì certo, ma non soltanto: un motore potente è la paura e quindi il bisogno di sentirsi protetti. In genere molti tendono ad allinearsi ed allearsi con chi è percepito più forte (il più forte magari potrà proteggerci di più, ma soprattutto è meglio non averlo come nemico). La coesione, l’unità di intenti e quindi, più che la partecipazione, direi proprio l’obbedienza alle attività che vengono stabilite dal gruppo sono requisiti fondamentali al successo ed al raggiungimento degli scopi fissati.   La paura gen

Il Grillo parlante

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Vi ricordate del povero grillo che tentava di insegnare qualcosa a quel disgraziatello di Pinocchio? Eh sì  le solite prediche  … sempre a dire le stesse cose, questi   profeti di malaugurio  che manco se li fanno i fatti loro! E così esplode la rabbia distruttiva di Pinocchio. Quel vago malessere generato dalla coscienza sporca che un burattino di legno come il misero Pinocchio non poteva certo riuscire a tenere dentro (non so, cose come contenere, elaborare, gestire e via predicando …) e allora?

handicap: il piacere di muoversi

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Queste considerazioni sono dirette ad insegnanti di educazione fisica e/o di sostegno e quindi a persone di cultura e formazione specifica molto eterogenee. Nel tentativo di essere chiara alla comprensione di tutti, mi limiterò ad esprimere alcuni concetti fondamentali in forma schematica e mi scuso con quanti potranno trovare semplicistico e scontato ciò che andrò spiegando, avendo già acquisito questo ed altro nel proprio retroterra culturale. In primo luogo sento il bisogno di chiarire e definire i termini  proposti nel titolo: vado cioè ad esplicitare il significato che io solitamente attribuisco a queste parole, così da renderlo condivisibile e/o ….contestabile. HANDICAP:  la parola si riferisce ad una difficoltà di integrazione sociale o ad una condizione di emarginazione conseguente ad un modo di essere o di funzionare, di un determinato individuo, diverso da quello “normale”, vale a dire proprio della maggioranza degli altri individui del contesto socio-cultura

L’adolescenza: conversazione coi medici di base

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Tutti noi abbiamo vissuto la nostra adolescenza, anche piuttosto prolungata negli aspetti di dipendenza familiare a causa della laurea che  accomuna e che ha richiesto un corso di studi lungo ed impegnativo. Un modo interessante di parlare dell’adolescenza potrebbe perciò consistere nel focalizzare la nostra attenzione su queste memorie, raccontandoci poi l’un l’altro un qualcosa che ci fa piacere ricordare in questo contesto e/o che riteniamo utile, in quanto generalizzabile e pertanto preziosa chiave di lettura di altre problematiche e situazioni.

Il "libero arbitrio" e le patatine fritte ...

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  Mia nonna quando voleva significare lo svilimento dell'umana esistenza e il disagio di qualche povero cristo incastrato all'angolo del muro si esprimeva con un antico modo di dire partenopeo, press'a poco qualcosa del genere: "si fuie te sparo, si te firm t'accurtlleo e si t'vutt in'd a nu puzz te perdono" (t raduzione: "se scappi ti sparo, se ti fermi ti accoltello e se ti butti giù in un pozzo ti perdono"). Sorrido a pensarci fantasticando i volti, la terra intorno, la fatica, i pensieri, la miseria e gli affetti circostritti a tanta saggezza. Io mi chiedevo: - cosa sarà meglio per il malcapitato?-

Il corpo delle donne

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Alle forme della donna credo siano ispirati vari prodotti d'arte ed artigianato:  anfore e vasellami vari , in uso nell'antichità, a ben guardare sono stilizzazioni di forme femminili, così divinità antiche ed ancora, nell'antico e nel moderno, dipinti, sculture e via dicendo. Il corpo della donna è un gran mistero, ricco di affascinanti richiami e coinvolto in fantasie di ogni tipo: può simbolizzare erotismo, protezione, affettività, bellezza, può rappresentare inquietudine, pericolo, ricchezza, fertilità, fragilità ed anche  magia, inganno, stregoneria. Il fatto è che si tratta di qualcosa che rimane nella sua essenza più profonda inconoscibile per l'altro sesso, tanto quanto indispensabile all'altro sesso (fatte le debite eccezioni).

Il salto nel vuoto

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Inutile fare lagne disfattiste e deprimenti. Inutile recriminare scaldando le emozioni nell'eccitazione della caccia all'untore. Un concetto molto cattolico quello del colpevole ed utile a liberare le coscienze. Non che non vi siano colpevoli: ce ne sono anche troppi ... appunto. Il mare è pieno di pesci. Una volta o l'altra bisognerà gettare le reti, a maglie strette o larghe, come si vuole, purché si prenda qualcosa.

Il denaro: tra mito ed idolatria

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Mi sarebbe piaciuto vivere ai tempi della rivoluzione francese. Non ho mai studiato il francese, è una lingua che non conosco, ma quelle parole:  "liberté,  egalité,  fraternité"  e non importa se le ho scritte sbagliando perché ne conosco comunque il significato, ecco quelle parole hanno una portata tale da aprire la mente a spazi ed orizzonti immensi e tutti da esplorare. Io potrei aggiungere: cultura, solidarietà, affetto, eros, curiosità, tenerezza, emozioni, arte ... e potrei continuare! Quello che  colpisce nel nostro mondo e nella nostra attuale "cultura" , se così si può chiamare, è l'annichilimento di tutti questi valori ed un cambiamento che ha rivoluzionato la comunicazione umana.

Recensione de "Il pesce viola"

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Leggo molto quando sono in vacanza: non so se sono io che mangio i libri o piuttosto mi lascio ingoiare da loro trasferendomi anima e corpo nella storia narrata. Al mare vado al ritmo di un libro ogni due o tre giorni, invece durante l’inverno leggo più niente che poco: ho l’impressione di essere presa da troppe faccende ed impegni (ma sarà vero?). Ho fatto una eccezione questa volta perché mi hanno proposto di presentarne uno (di libro), edito di recente da una scrittrice della mia città: mi dicono che tratta di un caso di autismo infantile e mi lasciano il libro. Mi fa piacere pensare che qui si muove qualcosa a livello culturale, anche se ci troviamo in una cittadina di provincia e così accetto e leggo: 279 pagine, appena un paio di serate nel mio stile divoratore. Mi sento incuriosita e stimolata dalla considerazione che    l’autrice è una insegnante, vale a dire    una persona che senza conoscere nulla di autismo, s’è trovata a convivere quotidianamente con un bambi

Fuggiaschi

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Ecco: chi di noi in gioventù non ha fantasticato l'ideale di  libertà  come suprema ambizione della propria vita? Menomale che c'è stato Einstein ad insegnarci che  tutto è relativo !  E infatti pensare alla libertà come valore è facile quando si vuol evadere da qualcosa, quando ci si sente prigionieri della famiglia, di regole ed autorità che non si ha più voglia né di riconoscere, né di rispettare ... ma per fortuna c'è stato Einstein, già perché la domanda è: - libertà da cosa? - - libertà da chi? - Certo sprovveduti ed ingenui, forse, ma non senza tenere presenti i propri tornaconti, da ragazzi si fantasticava la libertà come valore assoluto: e che è? La libertà è una costruzione mentale un concetto astratto presente nella mente umana come  impropria generalizzazione  di condizioni concrete e specifiche. La generalizzazione è impropria perché la persona umana esiste come individuo (sennò non esiste) e l'implicito dell'esistenza indivi

Dolcetti

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Voglio consigliarvi una ricetta che io trovo squisita, è un impasto che si fa così: 1) 150 gr. di burro o margarina 2) 150 gr. di zucchero 3) 200 gr. di farina 4) un cucchiaino di scorza di limone grattugiata 5) 2 uova 6) mezza bustina di pane angeli 7) zucchero a velo 8) marmellata di albicocche Lavorare il burro a crema, aggiungendo gradatamente lo zucchero,  continuando  sempre a mescolare , incorporare le uova, la scorza di limone e setacciare, sempre gradatamente, la farina incorporandola ed amalgamandola, aggiungere la polvere pane angeli e mescolare con cura fino ad uniformare l'impasto.

La bugia

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Cari voi! sembra facile , eh? Ma non ci siamo: le bugie, si sa, non sono una bella cosa, almeno così ci hanno insegnato da bambini ed è probabile che questo  nobile insegnamento  celasse, in realtà, un secondo fine: quello di controllarci meglio, a fin di bene, si capisce, e magari lo potremmo anche credere se si trattava dei nostri genitori ... Eh no, la verità neanche lei è una cosa tanto bella il più delle volte: "che brutto vestito hai messo zietta!" e giù un ceffone! "scostumata!" "accipicchia, ma è la verità! L'ha detto anche papà!" altro ceffone e sguardi più infuocati della lava del Vesuvio. Povero bambino! Naturale che uno si chieda: ma quand'è cosa buona questa verità? Quando è meglio una bugia? Allora  diciamo la verità : i bambini le bugie non le sanno dire, a volte raccontano storie rocambolesche, a volte dimenticano la prima bugia e ne inventano un'altra (la memoria è corta a quell'età!), a volte ne

Percezioni

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Un pensiero  annegato come un granello d'oro in una goccia di rugiada pura non può coglierne forma, posizione, né senso, ma solo percepire la leggera, indecifrabile vertigine del suo scivolare lungo una foglia od un petalo o forse, sgocciolando precipitare nell'erba e ancora scivolare, consumando la propria essenza nella sua scia umida che rivela le fragranze di ogni corteccia e di ogni frutto che l'abbia raccolta, finché prosciugato, essiccato e carezzato dall'aria, s'invola e  scompare, magari dissolto, magari fermato da gocce di pioggia o, forse disperso nel fondo d'un fiore. Così ogni  vita che corre e non si sa dove e non si sa come, né se ha davvero una fine.

la musica ed i silenzi

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Con quale musica mi avrà partorito mia madre? Sarà stata una marcetta o un dannato dilaniante stridore? Vero è che la musica ci accompagna, talvolta come un sottofondo fluido e vellutato sul quale si schiudono e rotolano leggeri batuffoli piumati di pensiero, talvolta come un ritmo singhiozzante, interrotto da sussulti d'immagine inseguite da sguardi apprensivi e talvolta come rumore assordante che, dominando, ci svuota d'ogni altra cura.

La regina dei demoni: l’invidia

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                 Questo sentimento è conosciuto bene ed a fondo fin dalle origini della umanità: elencato tra i vizi capitali nella dottrina religiosa del cattolicesimo, analizzato nella sua genesi e nel suo sviluppo da M. Klein nel geniale “invidia e gratitudine”, maledetto da quanti se ne sentono perseguitati, esorcizzato da maghi e chiromanti nelle loro pratiche esoteriche, l’invidia ha radici salde e profonde, né c’è modo di estirparla dall’animo umano. Cos’è dunque l’invidia? Nel linguaggio comune non sempre è chiaro il significato di questa particolare parola, si può intendere infatti anche il semplice desiderare qualcosa che qualcun altro possiede ed a noi manca: questa condizione, tuttavia, in realtà non corrisponde esattamente alla definizione di “invidia”, ma potrebbe più propriamente essere chiamata “competizione” od “emulazione”.   La competizione e l’emulazione possono essere considerati sentimenti sostanzialmente positivi, quando rappresentano uno stimolo utile e costrut

Il perdono

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Quante volte si può sbagliare? Succede spesso, da bambini l’errore poteva essere una disubbidienza o qualcosa comunque che dispiacesse ai genitori: allora si veniva puniti! Nella semplicità della mente infantile essere perdonati significava essenzialmente il condono della punizione ed il ristabilirsi della situazione affettiva dell’essere benvoluti dal genitore.   Perdonare è uno strano verbo che non si sa bene cosa significhi, comunque nella confusione generale è necessario fissare un punto di partenza: non facciamoci illusioni, la prima persona da perdonare siamo noi stessi. È inutile volerci del male e farci del male restando cristallizzati, bloccati emotivamente e vincolati ad un affetto spiacevole: è meglio utilizzare le nostre energie per qualcosa di costruttivo ed utile per noi.  Mi spiego: se qualcuno ci ha fatto del male, restare lì a soffrire recriminando non è che un modo di continuare a punire noi stessi, rimanendo comunque vincolati ad un affetto negativo. Perdoni

Desiderio perduto

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Ti ho amato, quando questo era tutta la mia vita e tutto quello che conteneva la mia speranza, la mia convinzione, la mia ribellione e la mia storia. Ti ho amato come se fosse questa la mia vittoria, come se tu fossi la mia vittoria. Ti ho amato come fratello, figlio, padre, compagno ed amico: ti ho amato recriminando ed odiandoti per la tua insensibilità, il tuo egoismo, la tua troppa voglia di possedermi, sopraffarmi, controllarmi, sfinirmi e confondermi.