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"Fate di me ciò che volete"


Una bella mattina vi svegliate, non dico proprio con grande entusiasmo, senza sacramentare, per riguardo ai fanciulli, anche se il "ti-ti-ti-ti" insinuante ed insistente dell'orologio puntato sull'ora fatidica è qualcosa che stimola pensieri cattivi e perfidi contro l'umanità, il lavoro, la vostra insignificante routine quotidiana, la vostra donna che dorme angelicamente e di preparare un caffè non lo sta neanche sognando.
E va bene: bisogna mettere i piedi a terra. Il primo brivido vi coglie letteralmente alle spalle, appena accennate il gesto di scostare cautamente il piumone. Fuori è umido e poco accogliente.
 Soffocando in gola molto più che un semplice mugugno cominciate a strisciare le gambe sotto il lenzuolo, lasciandole scivolare con attentissima lentezza verso il basso, a tastoni cercate le pantofole.

La ricerca della pantofola è il primo colpo basso: voi procedete scientificamente esplorando con la punta del piede il posto dove ricordavate di averle lasciate e quindi gli immediati dintorni, sfiorando appena e ritraendo ogni volta l'alluce dal pavimento gelido. Non si sa dove siano finite. Più che un dubbio è una certezza che qualcuno le abbia incautamente scalciate chissà dove senza farci caso. Che cavolo ci viene a fare la gente a passeggiare vicino al vostro letto, manco fosse il lungomare, diavolo!
Siete irritati, esasperati ed abbandonati già alle prime luci dell'alba: urge una risoluzione drastica e così, con la collera che monta nel petto, vi rassegnate a piazzare per esteso le due piante dei piedi a terra ... Ahi!
Ormai è fatta, delle pantofole neanche l'ombra, manco uno schizzo, uno scarabocchio, un simulacro: nulla.
Guardate fuori della finestra: ma chi ve l'ha fatto fare? Da settimane non si sente parlare d'altro che di nubifragi, uragani, alluvioni ... e voi? Che vi aspettavate di trovare? Cielo plumbeo, piovigginoso, grigio ...
poi si chiedono perché in autunno aumentano i suicidi.
 Rassegnati vi dirigete verso la cucina: prima il caffè o la doccia? Mentre state trafficando con la caffettiera il tenero mugolio del vostro cane vi ricorda che qualcuno si è svegliato con voi, allora mettete la macchinetta sul fuoco e andate di là già sorridendo per fare una carezza al caro animaletto.
Ecco, qui arriva, inaspettato e doloroso, il secondo colpo basso: voi eravate così animati da ottime intenzioni, già pregustavate la scena di saluti e tenerezze del mattino, consistente in una benigna grattatina dietro le orecchie da parte vostra ed in risposta  leccatine e saltelli del cagnolino intento e strofinarsi il muso sul vostro pigiama, scodinzolando col suo fare felice ed irruento ... No, non proprio: sarà stato il freddo o non si sa che, ma quel delinquente vi ha scodellato un bel tortino di cacca sul pavimento! Non potete sorridere: che non vi scappi il sorriso, per carità, da questo punto di vista i cani sono come i bambini, se vi fanno ridere vi hanno fregato! E poi, così ignorante com'è, se vi vede ridere pensa di avere fatto qualcosa di buono, così la prossima volta ne farà due di cacche! Fate la faccia più cupa e severa che vi riesce e rifiutate dal dispensar carezze, dite qualcosa con l'indice puntato che se vi facessero un video in questo momento perdereste il vostro onore per sempre ... e poi: pulire, dio! Quanto puzza la cacca, specie al mattino a stomaco vuoto. L'avete fatto: guanti monouso, carta, poi straccio, acqua e candeggina, è tutto lustro e siete quasi soddisfatti di voi stessi. Tornate in cucina e naturalmente il caffè sta bollendo da un pezzo ed ha imbrattato tutti i fornelli.
A questo punto il motore si è riscaldato e siete pronti ad affrontare il disastro: alacremente passate la spugna sui fornelli e vi bevete un caffè che più schifoso non ve l'avrebbe propinato neanche il vostro peggiore nemico.
Il tempo stringe ed è ora di una doccia veloce e qui tutto fila liscio perché siete stati più furbi della caldaia, dato che per prevenire il solito  getto d'acqua ghiacciata a tradimento (stamattina proprio non ce la fareste) avete provveduto ad accendere prima il riscaldamento, lasciando poi scorrere per qualche minuto e non c'è dubbio che vi sentiate ben compiaciuti della vostra furbizia.
Avete ripreso quota, vi vestite, scendete, entrate in auto, infilate la chiavetta, girate e .... no, no, no, no .... (il terzo colpo basso) vi raggomitolate sul sedile anteriore della macchina in panne come un piccolo bimbo indifeso ... "fate di me ciò che volete!"
Oh, andiamo! Ma la giornata deve ancora cominciare!

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