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I cattolici sull'adozione a coppie gay



Ieri si è parlato molto della sentenza della Corte di Cassazione in merito all'affidamento  di un bambino ad una coppia di donne omosessuali, interpretata da molti come una sentenza a favore dell'adozione per le coppie gay.
In effetti si trattava e si tratta di un caso specifico ed alla resa dei conti il bambino non è stato affidato alla coppia, ma piuttosto alla sua madre naturale e legittima, la quale avendo avuto una storia di dipendenza da sostanze, vive ora con una compagna che risulta essere l'educatrice della comunità di recupero che l'ha aiutata  a superare la sua condizione di tossicodipendenza.
Oggi arriva sul giornale  "Avvenire" il commento a la interpretazione della notizia da parte cattolica: intanto viene ridimensionato il significato generale della sentenza, indicando che il giudice  si è trovato costretto a scegliere  per il bambino "il minore dei mali", essendo il padre,  di religione mussulmana, un uomo  violento, già denunciato per questo dalla madre.
In effetti il padre godeva di un diritto di visita del minore in situazione controllata a causa di precedenti comportamenti scorretti.
 Dunque non viene criticato l'operato del giudice, dato  che nessuna delle alternative presenti nella realtà appariva ottimale. Ovviamente, quindi si lascia intendere che solo per motivi contingenti e specifici la scelta è stata praticamente obbligata.
Altro  sarebbe teorizzare, generalizzare e legiferare al riguardo ...
E naturalmente la chiesa (ma anche lo stato italiano) è ben lontana dal voler legittimare le unioni gay ...

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