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Mal di pancia a 5 stelle e mal di testa democratico

                                                                                                     

Gossip, scherzi, chiacchiere: un gran polverone mediatico insomma che si solleva intorno ad ogni singola affermazione di chicchessia finendo per  annebbiare sempre di più la visuale di una situazione, che,  nella sua confusione magmatica tuttavia persiste ancora fluida e di cui quindi non è possibile riuscire a prevedere gli sbocchi.
Da quando è uscito sconfitto dalle primarie PD il povero Renzi (che storicamente rappresenta l'anima più moderata e "centrista" del partito) ha i riflettori puntati addosso di tutti quelli che sperano di cogliere il momento di polemica, di ribellione o di rottura da parte del "rottamatore" e mancato leader del partito.
Che so: una punta d'invidia, un moto di rabbia, un'idea diversa ...
Certo che ha un'idea diversa: ci sono molte idee diverse  all'interno del PD, anche Vendola ha idee diverse e parecchi altri pure.
Questa formazione politica vuole essere ed apparire democratica al suo interno e perciò può e deve gestire una certa libertà di pensiero e di diversificazione sulle valutazioni ed opinioni tra i suoi membri.

Renzi una sola cosa ha sempre affermato con chiarezza: lui appartiene al PD ed il PD  gli appartiene e non ha nessuna intenzione di andarsene: accetta le decisioni e la linea della maggioranza, così come esse emergono dal confronto interno e dai percorsi condivisi per  i processi decisionali propri di questa struttura di partito. Ora che dovrebbe dire? Che condivide Bersani al 100%?
Che "rottamatore" sarebbe? Ha delle sue idee?
E da quando esprimere un'idea personale ha rappresentato un momento di rottura nel PD?
Il "ragazzo" ha ambizioni? Qualcuno potrebbe credere il contrario?
Quello "stiamo perdendo tempo" ha colpito più Napolitano che Bersani ...
Quanto poi alla apertura o chiusura a Berlusconi, Renzi oggi dice: "non fai (...) una cosa nuova e poi appoggi Berlusconi", d'altro canto Renzi considera anche un errore "inseguire" Grillo ...
Ciò che ci si chiede oggi è: un PD a guida Renzi riuscirebbe ancora a funzionare da polo di aggregazione dell'elettorato di sinistra? Qualcuno potrebbe decidere di uscire in effetti.

Sia chiaro questa "fame di notizie" dei media, questo gioco a voler vedere tutti contro tutti non aiuta nessuna risoluzione. Il tempo è poco: ne è consapevole per primo e lo ha dimostrato, il presidente Napolitano.
Alcune affermazioni di Renzi non sono piaciute: in una fase del genere una buona strategia sarebbe la cautela. Coloro che ricevono i messaggi, col nervosismo che c'è in giro, potrebbero fraintendere in buona o cattiva fede ...

I 5 stelle, a loro volta, si sono rinchiusi oggi nel "confessionale" a Villa Valente, vicino  Fiumicino: non è prevedibile cosa ne verrà fuori, ma nessun leader di movimento di questi tempi è in cerca di scissioni e rotture, nessuno vuole "andare a casa"  e tornare al voto.
Tommaso Currò, parlamentare 5 stelle, è stato esplicito ieri nella sua intervista alla Stampa e tutta la base si è divisa tra pro e contro.
Currò vuole l'apertura al dialogo col PD e, a quanto pare, non è il solo: sembra siano circa una trentina  i parlamentari dell'area del movimento che la pensano in maniera analoga.
"Noi parlamentari non siamo automi e nemmeno bambini. Nessuno ci può svuotare della nostra personalità politica. Diversamente diventiamo schiavi di un manovratore".
Currò non è andato a Villa Valente dove Grillo ha riunito gli altri parlamentari della sua area: "venga lui da noi in Parlamento".
Ora Grillo e Casaleggio in più di una occasione hanno sostenuto che uscirebbero dal movimento, nel caso si affermassero all'interno  aree e linee politiche di dissidenza ... ma è più probabile, tutto sommato,  che si cerchi di far uscire qualcun altro.

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