procreazione assistita eterologa: ricorsi contro la Legge 40
23/04/2013
Oggi una nota ANSA segnala un ulteriore rinvio alla Corte Costituzionale per un ricorso contro la Legge 40 del 19/02/2004 (norme in materia di procreazione medicalmente assistita) per sospetta incostituzionalità dell'articolo 4 che vieta la fecondazione eterologa: tale divieto entrerebbe in collisione con l'articolo 3 della nostra Costituzione ove si stabilisce il principio di uguaglianza.
Il ricorso è stato presentato da una coppia di Trento e risulta essere il terzo negli ultimi due mesi.
La legge italiana su questa materia è da tempo oggetto di polemiche ed è stata sanzionata anche dalla Corte Europea per i Diritti Umani, il 28 agosto dello scorso anno, per la norma relativa al divieto della diagnosi preimpianto degli embrioni, laddove i genitori sono portatori sani di malattie geneticamente trasmissibili.
In effetti le limitazioni poste alle pratiche di fecondazione assistita dalla legge 40 sono tali da scoraggiare e rendere estremamente costosa la pratica, nonché compromettere seriamente la salute della donna in una coppia con problemi di fertilità: la legge vieta infatti la crioconservazione degli embrioni, il che richiede, in caso di fallimento di un primo impianto, ulteriori bombardamenti ormonali sul corpo della donna.
La legge, vietandone la conservazione, obbliga all'impianto simultaneo di tutti gli embrioni ottenuti con conseguenze non sempre prevedibili, ma talvolta serie anche in rapporto alla salute dei nascituri ...
Le proposte di abrogazione referendaria di questa normativa, per molti aspetti medievale, non sono andate a buon fine: il referendum abrogativo che si tenne il 12 e 13 giugno del 2005 non ebbe esito per mancato raggiungimento del quorum necessario.
La legge dovrà comunque essere riveduta, anche in seguito alla recente sanzione della Corte Europea, almeno si spera quando in Italia avremo un parlamento funzionante ...
Oggi una nota ANSA segnala un ulteriore rinvio alla Corte Costituzionale per un ricorso contro la Legge 40 del 19/02/2004 (norme in materia di procreazione medicalmente assistita) per sospetta incostituzionalità dell'articolo 4 che vieta la fecondazione eterologa: tale divieto entrerebbe in collisione con l'articolo 3 della nostra Costituzione ove si stabilisce il principio di uguaglianza.
Il ricorso è stato presentato da una coppia di Trento e risulta essere il terzo negli ultimi due mesi.
La legge italiana su questa materia è da tempo oggetto di polemiche ed è stata sanzionata anche dalla Corte Europea per i Diritti Umani, il 28 agosto dello scorso anno, per la norma relativa al divieto della diagnosi preimpianto degli embrioni, laddove i genitori sono portatori sani di malattie geneticamente trasmissibili.
In effetti le limitazioni poste alle pratiche di fecondazione assistita dalla legge 40 sono tali da scoraggiare e rendere estremamente costosa la pratica, nonché compromettere seriamente la salute della donna in una coppia con problemi di fertilità: la legge vieta infatti la crioconservazione degli embrioni, il che richiede, in caso di fallimento di un primo impianto, ulteriori bombardamenti ormonali sul corpo della donna.
La legge, vietandone la conservazione, obbliga all'impianto simultaneo di tutti gli embrioni ottenuti con conseguenze non sempre prevedibili, ma talvolta serie anche in rapporto alla salute dei nascituri ...
Le proposte di abrogazione referendaria di questa normativa, per molti aspetti medievale, non sono andate a buon fine: il referendum abrogativo che si tenne il 12 e 13 giugno del 2005 non ebbe esito per mancato raggiungimento del quorum necessario.
La legge dovrà comunque essere riveduta, anche in seguito alla recente sanzione della Corte Europea, almeno si spera quando in Italia avremo un parlamento funzionante ...
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