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Sfrattato si uccide in casa

                                                                                                           


Una breve cronaca di oggi segnalata dal quotidiano Repubblica racconta la storia di un uomo di 59 anni, Alessandro Comani, di Bologna, che si è fatto trovare cadavere in casa dall'ufficiale giudiziario che stava per notificargli l'ingiunzione di sfratto: non è ancora chiara la dinamica dei fatti, né sappiamo se il gesto sia da attribuirsi alla disperazione per la perdita della casa o ad altri motivi.
In effetti al momento si cerca di capire se l'uomo, che si è sparato con un fucile, abbia compiuto il gesto quando ha sentito  l'ufficiale giudiziario bussare o se invece si fosse già ucciso prima.
Comani abitava da quattro anni in un appartamento in via Dei Mille, che sembra fosse occupato in precedenza dalla madre  del proprietario. Alla morte della madre il figlio  ha deciso di liberare la casa.



Fino a non molti anni fa l'Italia, malgrado abbia sempre rappresentato "il sud" d'Europa, nel senso metaforico del termine,  da intendersi come uno dei paesi meno ricchi ed organizzati sul piano sociale, registrava una percentuale di suicidi decisamente più bassa rispetto ai paesi nord europei.

"Fra i Paesi Ocse, l'Italia registra uno dei più bassi livelli di mortalità per suicidio. Tra il 1993 e il 2009 la mortalità è diminuita significativamente da 8,3 a 6,7 suicidi ogni centomila abitanti, con piccole variazioni su livelli storicamente bassi negli ultimi anni." 
Questo secondo l'Istat per i dati pubblicati lo scorso anno, ma riferiti ad alcuni anni fa: la sensazione oggi e specie nell'ultimo anno, è che questo storico vantaggio italiano sia destinato a scomparire.



In effetti piaceva pensare che il clima della nostra penisola, la cordialità, la partecipazione e la solidarietà della gente potessero essere altrettanti antidoti alla solitudine surreale ed alla disperazione esistenziale più frequente nei climi freddi, dove si vive al chiuso e la socialità si sviluppa in una dimensione diversa. Probabilmente ora anche questo è cambiato.



Commenti

  1. Non è cambiata la socialità della gente (ok forse un pochino si) e cmq non è questo a influire sui suicidi. Una volta nel dopoguerra la maggioranza era povera quindi avere le pezze al sedere e non avere tutti i giorni il cibo nel piatto non era considerata una tragedia. Di questi tempi è una tragedia non avere l'ultimo modello del cellulare, figuriamoci cosa diventa la mancanza di un lavoro o di un tetto sulla testa...una catastrofe! Dunque non meravigliamoci se si fanno certi gesti (che non approvo sia chiaro) definitivi.

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