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Malala Yousafzai parla all'ONU



Malala ha indossato per l'occasione il velo di Benazir Bhutto, la leader del movimento di opposizione pakistano, assassinata il 27 dicembre 2007 nel corso di un attentato degli estremisti talebani.
Oggi compie 16 anni Malala, la ragazzina proposta per il premio Nobel perché non volle rinunciare a frequentare la scuola e rimase perciò  vittima di un attentato degli estremisti mussulmani, che le spararono alla testa, ferendola gravemente, ma fortunatamente senza riuscire ad ucciderla.
Ha parlato al palazzo di vetro delle Nazioni Unite, ben consapevole di rappresentare l'incarnazione di un simbolo di riscatto per tutte le donne ed i bambini di quelle parti del mondo dove c'è guerra e discriminazione.
Ha ringraziato quanti l'hanno sostenuta e si è dimostrata ben determinata a proseguire la sua battaglia:

"Grazie a Dio per cui noi siamo tutti uguali (....) Parlo per tutti coloro che non possono far sentire la propria voce (...) Oggi non è il mio giorno, è il giorno di tutti coloro che combattono per i propri diritti (...) La pace è necessaria ai fini dell'istruzione (...) Mi concentro perché la donna sia autonoma e lotti per se stessa"


Malala ha poi consegnato una petizione firmata da circa quattro milioni di persone per chiedere ai capi di stato di intervenire a favore dei  bambini che nel mondo non possono frequentare la scuola o sono sfruttati nel lavoro.

Calorosa e commossa l'accoglienza delle sue parole da parte dei presenti e quindi gli auguri di buon sedicesimo compleanno da parte di Gordon Brown, inviato delle Nazioni Unite per  l'educazione.

Nella fascia d'età fra i 5 ed i 15 anni, sono 50 milioni i bambini nel mondo che non frequentano alcuna scuola (secondo le stima di Save the children) perché vivono in paesi dove c'è guerra   o vengono usati come soldati ...





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