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Tutti i colori dell'arcobaleno

21/10/2013

Nessuno può immaginare i colori che non ha mai visto: dicono che i cani ed alcuni altri animali riescono a percepire soltanto il bianco ed il nero e poi le diverse sfumature di grigio: in effetti la percezione sarebbe quindi limitata solo al grado di luminosità del raggio di luce.
Noi crediamo di conoscere i colori perché  percepiamo  i sette colori dell'arcobaleno: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto ed a dire la verità il verde è una mescolanza di blu e giallo, come il marrone lo è di verde e rosso,   come l'arancione lo è di rosso e giallo, sicché i colori cosiddetti fondamentali, i colori base che noi siamo in grado di percepire sono il rosso, il giallo ed il blu. Rosso magenta ad essere precisi, in fondo sono solo tre alla base e quindi le varie sfumature e mescolanze ...


Non che la nostra dotazione sensoriale e percettiva sia davvero tanto più ricca quindi, ma ... un colore mai visto nessuno, veramente nessuno, ha la capacità di immaginarlo .... questo non vuol dire che non possa esistere, se il nostro sistema percettivo fosse organizzato diversamente, magari potremmo vedere ben altri colori e cogliere nel raggio di luce non solo la sua luminosità, non solo la sua lunghezza d'onda, ma ancora caratteristiche differenti che i nostri sensi saprebbero tradurre in un dato percettivo immediato ...

Cosa vuol dire questo? E che senso ha parlarne qui ed adesso?
Nessun allarme, nessuna filosofia, solo un atto di umiltà: troppo spesso nutriamo l'illusione di poter trascendere nella mente la realtà, ma invero tutta la nostra capacità immaginativa rimane strettamente ancorata alla nostra esperienza vissuta e questo non è soltanto quanto avviene per i colori, ma per molte altre cose e soprattutto per i modelli di identificazione e di relazione sociale sperimentati: chi ha sempre vissuto in climi conflittuali difficilmente riesce anche solo ad immaginare (non parliamo di costruire) modelli di relazione differenti.
Chi è abituato ad essere misurato e misurarsi in termini di parametri di forza e debolezza, difficilmente è in grado di vedere ed apprezzare qualità umane che non rientrino in questo tipo di categorizzazione. L'esperienza vissuta struttura la nostra capacità percettiva e seleziona automaticamente le caratteristiche che risultano importanti ed utili (rispetto al nostro contesto di vita) da presentare come sensazione immediata, finendo così per creare un filtro, una specie di lente attraverso la quale continuiamo a vedere la realtà che ci circonda.
Rimuovere il filtro può essere pericoloso, talvolta folle, in alcuni casi affascinante e  creativo ed infine terapeutico quando quei filtri sono stati strutturati in contesti patologici e perciò risultano giocoforza patologici a loro volta e non adatti ad essere utilizzati in situazioni e contesti differenti, ma .... è davvero difficile immaginare un colore se non lo si è mai veduto ....

(della serie: vaneggiamenti del lunedì pomeriggio)


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