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Nuove frontiere nella ricerca per la terapia del dolore cronico: un mosaico di tossine modificate.

14/11/2013

Lo scorso Settembre sono  stati pubblicati su Bioconjugate Chemistry i risultati di un lavoro tutt'ora non concluso, ma in apparenza promettente, condotto da un team di ricercatori inglesi ed italiani (Ferrari, Davletov, Chunjing Gu et al.) appartenenti a diverse strutture universitarie.
Lo studio è stato mirato alla utilizzazione in medicina delle proprietà di batteri neurotossici: sono stati studiati due clostridi, il clostridium tetani ed il clostridium botulinum, la cui caratteristica è quella di produrre due potentissime esotossine neurotossiche.
La sfida naturalmente è quella di sfruttare il neurotropismo delle tossine, neutralizzandone gli effetti tossici, ma selezionando ed esaltandone alcune caratteristiche che possono tornare utili nel bloccare la percezione del dolore. A questo scopo sono stati condotti esperimenti in vitro e su animali da laboratorio.


La prima osservazione è che la tossina botulinica è in grado di bloccare la comunicazione neuronale per settimane e mesi, ma attacca la giunzione neuromuscolare producendo quindi una grave paralisi: questo effetto sulla muscolatura maschera per la sua imponenza l'effetto analogo che la tossina può svolgere a livello delle sinapsi centrali.
Esistono sei tipi di tossina botulinica (da A ad F) prodotte da altrettanti tipi di clostridio: in questa sperimentazione è stato utilizzata la tossina del tipo A: il problema è quello di "distogliere ovvero distrarre" la tossina dalla giunzione neuromuscolare, orientandola sulle sinapsi centrali responsabili della trasmissione della sensazione di dolore.
Per riuscire in questo intento la tossina botulinica è stata assemblata con quella tetanica, meglio con quella parte della tossina tetanica che stabilisce un legame elettivo col tessuto nervoso ed il cui neurotropismo è spiccatamente orientato al sistema nervoso centrale: la legatura tra le due tossine è stata ottenuta con una "pinzatura proteica" di recente introduzione.
In questo modo l'azione di blocco del botulino è stata utilizzata selettivamente per alcune sinapsi  centrali: la sostanza ottenuta è stata sperimentata nel trattamento di un dolore infiammatorio nei topi ed è risultata efficace, senza produrre alcun tipo di paralisi, né spastica, né flaccida.
Gli autori concludono che la tecnica di pinzatura proteica consente di montare fra loro due diverse molecole proteiche ottenendo sostanze con nuove e diverse proprietà biomediche.
Si tratta di una ricerca farmacologica sicuramente molto importante che potrebbe in prospettiva futura trovare applicazione non solo nel trattamento del dolore, ma anche dell'epilessia.


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