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OMS: un piano d'azione per arginare la mortalità neonatale

L'OMS pubblica sul sito il progetto di azione mirato alla riduzione della mortalità neonatale nel mondo: lo scopo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è quello di promuovere la corretta cura delle gestanti e dei neonati in modo da evitare le morti che con i mezzi attuali della medicina è possibile evitare.
Il progetto, aperto alla discussione ed ai commenti fino al 28 febbraio, ha lo scopo di ottenere una progressiva riduzione della mortalità infantile e materna con scadenze di verifica al 2020 ed al 2035.

Attualmente nel mondo muoiono ogni anno 287.000 donne per complicazioni della gravidanza e/o del parto, mentre sono 2.600.000 i bambini nati morti ed ancora altri 2.900.000 sono quelli che muoiono nel primo mese di vita.

Queste cifre, malgrado i progressi della medicina, restano ancora molto lontane dagli obiettivi  programmati in tema di salute e  prevenzione neonatale a livello mondiale.
I due terzi (66,6%) della mortalità  infantile interessa 12 paesi di cui 6 nell'Africa sub Sahariana.
La cause più frequenti di mortalità neonatale sono complicanze legate alla prematurità, situazioni correlate al parto, inclusa l'asfissia e le infezioni neonatali: queste tre cause messe insieme sono alla base dell'85% delle morti neonatali. Ogni anno nascono 15 milioni di bambini prematuri e 32,4 milioni nascono con un basso peso in rapporto alla età gestazionale ed è proprio tra questi piccoli che la mortalità è più frequente (circa il 60% del totale). Il 2,7% dei prematuri sviluppa una patologia media o grave ed il 4,4% una patologia lieve.
Le complicanze della gravidanza e del parto sono più frequenti in caso di maternità precoce e le morti perinatali per le madri al di sotto dei 20 anni sono superiori del 50% rispetto a quelle registrate per le madri  tra i 20 ed i 29 anni, così come i casi di prematurità e basso peso.
Una misura preventiva importante quindi sta nell'evitare la maternità precoce.
Una cura adeguata della coppia prima e durante la gravidanza è correlata ad un migliore stato di salute della madre e del bambino: il che comprende una alimentazione equilibrata, la rinuncia ad abitudini nocive, quali alcol e fumo, la diagnosi di eventuali infezioni sessualmente trasmissibili, di disturbi psichici e di relazione violenta all'interno della coppia.
Nei paesi poveri soltanto il 37% delle donne rispetta le raccomandazioni del minimo di quattro visite durante la gravidanza e spesso il livello delle cure disponibili non è quello ottimale. Una percentuale ancora più bassa riceve interventi essenziali come screening per anemia ed ipertensione, test per HIV, sifilide e trattamento per la malaria.
L'OMS ritiene necessario investire fortemente nella prevenzione, vale a dire travaglio, nascita, primo giorno e prima settimana di vita: infatti oltre un terzo dei nati  morti (1.200.000) il 75% delle morti neonatali (2.000.000) ed il 72% delle morti materne (206.250) avvengono nel corso di queste fasi.
Molte   morti e complicazioni possono essere prevenute assicurando cure di elevata qualità durante il travaglio, la nascita, le prime 24 ore e la prima settimana di vita.

Lo scopo del programma è quello di ridurre la mortalità neonatale del 66% entro il 2035 fornendo entro lo  stesso periodo adeguate cure mediche durante la gravidanza ed il parto al 95% delle donne.
Viene anche fornito uno schema indicativo dei controlli e delle cure necessarie durante la gravidanza, il parto ed alla nascita per garantire l'assistenza medica di base capace di ridurre drammaticamente l'indice di mortalità.

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