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Perché la vita sedentaria aumenta il rischio di malattie cardiache, ovvero: la vendetta del corpo.

Il corpo è quella parte di noi stessi che ci individua e ci limita in uno spazio fisico ed al tempo stesso  ci caratterizza per la funzione locomotoria, ivi incluso il piacere senso motorio, che in realtà non si limita alle prime fasi di sviluppo dei bambini. 
Il piacere di muoversi include anche emozioni e funzioni mentali, quali curiosità, attività esplorative, programmazione, intuizione,  azione e molto altro. 
Volendo conservare la dicotomia artificiosamente costruita nella cultura occidentale tra mente e corpo, noi possiamo affermare che il movimento sta al corpo come la comunicazione sta alla mente e d'altro canto le attività motorie rappresentano una forma di comunicazione, tant'è vero che nessuna forma di comunicazione è possibile in assenza di movimento.
Statuito questo come concettualità di base, non dovrebbe stupirci il fatto che le attività fisiche possono incidere sulla struttura del Sistema Nervoso Centrale, la quale a sua volta è in grado di regolare e condizionare le funzioni corporee. 
La funzione modella la struttura in ciascun organo e nello specifico il nostro SNC alla fin fine non è altro che un sistema di coordinamento e regolazione delle diverse funzioni corporee. 
Se cambiano le funzioni cambia anche il nostro SNC.

Tutti sanno che l'esercizio fisico è utile nella prevenzione di molti disturbi correlati all'incidenza di patologie cardiache, ma di recente un gruppo di ricercatori appartenenti al Dipartimento di Fisiologia  della Wayne State University School of Medicine (Detroit, Michigan) in collaborazione con altri studiosi della Facoltà di medicina della Flinders University (Bedford Park, South Australia) hanno cercato di scoprire attraverso quale meccanismo uno stile di vita sedentario rappresenti un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari.
I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati nel numero di Febbraio 2014 della rivista scientifica The journal of comparative neurology
I ricercatori partono dal presupposto che l'ipertensione, uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, sia condizionata da una aumentata sensibilità ed attività del sistema simpatico (quella parte del sistema nervoso vegetativo che insieme al vago regola alcune fondamentali funzioni corporee) che agisce anche attraverso la modulazione delle risposte di vasocostrizione e vasodilatazione.
Questi neuroni del sistema vegetativo situati nel midollo ventro laterale rostrale (RVLM) sono stati studiati nella loro struttura e nelle modificazioni indotte in seguito alla presenza o meno di attività fisica in due gruppi di topi. Un gruppo di ratti è stato tenuto in gabbie dotate di ruote e l'altro gruppo invece in gabbie prive di questa possibilità ludica e di movimento. I ratti quindi sono stati esaminati dopo 11 e 12 settimane, utilizzando coloranti e tecniche specifiche che hanno consentito di studiare la morfologia delle cellule nervose del sistema simpatico.  Lo studio istologico è stato svolto in "cieco" in modo che i ricercatori che effettuavano i rilievi non sapessero a quale dei due gruppi di topi (attivi o sedentari) appartenesse  ciascun individuo esaminato. I risultati hanno dimostrato differenze significative nei tessuti dei due gruppi: in particolare i sedentari dimostravano un maggior numero di diramazioni dendritiche (prolungamenti cellulari) dei neuroni simpatici ed una loro maggiore lunghezza media, inoltre la superficie totale dei dendriti risultava aumentata, così come il numero delle loro intersezioni.
I ricercatori concludono primo che, contrariamente a quanto si credeva in passato, le cellule nervose conservano una loro plasticità nel corso di tutta la vita, ma soprattutto che la sedentarietà induce modificazioni strutturali del sistema nervoso vegetativo tali da aumentare la suscettibilità agli stimoli delle cellule simpatiche (eccitatorie) facilitando pertanto l'insorgere di disturbi ipertensivi e cardiovascolari.

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