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Il branco e la sacra virtù della cazzimma


La leggenda biblica è una miniera, che qui ci torna utile per spiegare il concetto di cazzimma, termine dialettale intraducibile e prettamente napoletano. Tanto per dire si comincia con la storia di Caino che fa fuori Abele e badate bene: "Nessuno tocchi Caino!" pure perché il giovane si difende bene e se si impressiona c'è il rischio che sgozzi anche voi. Caino sarebbe quello con la cazzimma, appunto. Abele era  abituato a sgozzare gli agnelli, dico: uno li vede nascere, li coccola, li nutre e  se li cresce in amorevole armonia, quelli si fidano e venerano la mano che ogni giorno li cura e li alimenta. Gli agnelli pensano che chi li nutre gli vuol bene, non lo pensano con le parole, perché gli agnelli non sanno parlare, belano soltanto, ma lo intuiscono in base ad una rappresentazione analogica: in genere chi li nutre e si cura di loro, difendendoli anche dai pericoli e proteggendoli dalle intemperie, è la madre e così identificano l'allevatore con la madre e si fidano di lui. Abele invece li sgozzava, perché aveva la cazzimma anche lui in realtà: tutta quest'innocenza della vittima non è interamente credibile.

Gli agnelli certo non sospettano che il padrone  sia un predatore: i predatori in natura non allevano le loro vittime, ma le cacciano soltanto. Immaginatevi come si sente l'agnello quando scopre che l'amorevole cura del padrone era finalizzata ad ingrassare la carne che avrebbe divorato. Figuratevi lo smarrimento e lo sgomento al calare della maschera proprio del suo (amato) allevatore!

Ecco, quanto sia infida ed ingannevole la natura umana lo si può già capire dalla notte dei tempi, da quando è nata la pratica dell'allevamento di bestiame destinato alla macellazione: nessuno si salva ed io non sono vegetariana, ma dico, secondo voi, uno che ha macellato tanti agnelli visti nascere e nutriti per anni, che ci mette a sgozzare il fratello? Non ci metterebbe nulla, avendo anche il vantaggio di un buon allenamento tecnico, ma in realtà fu Caino invece, quello vegetariano per intenderci e che fino ad allora si era limitato a coltivare la terra, ad uccidere il fratello: evidentemente non aveva agnelli su cui sfogarsi!

Nessuno tocchi Caino! Si adirerebbe il padre: chi uccide Caino subirà per sette volte la vendetta del padre, perché, si sa, anche lui si sarà sentito in colpa ad avere  preferito la carne dell'agnello sacrificale ai frutti della terra (si vede che neanche lui era vegetariano) ...
Poi forse, stando ai pettegolezzi dell'epoca,  sarà anche stato un affare di donne: c'entrano sempre quando il diavolo ci mette la coda. Naturale: è l'amore che muove il mondo ... anche se a volte uno non lo direbbe proprio ... Non ne parliamo poi del povero Esaù che cedette la sua primogenitura a quell'usuraio di suo fratello per un piatto di lenticchie, dico, sarà diventato poi il capostipite di tutti i banchieri dei nostri giorni: in ogni banca dovrebbero arredare l'atrio con una statua di Giacobbe: il principio è quello.

Partendo da questo si capisce che la cazzimma è una sacra virtù connaturata all'animo umano.
Ma che cosa è questa cazzimma? Da Google giunge in nostro soccorso nientepopodimeno che l'accademia della crusca: onore al merito, io non saprei spiegarlo meglio!! E tuttavia per venire incontro ai pigri, che non visiteranno il virtuoso sito dell'accademia, lascio la mia misera definizione di cazzimma: la cazzimma è una forma di egoismo meschino, teso sempre a ricavare il proprio piccolo (o grande) vantaggio in ogni situazione, senza tenere conto dell'affettività presente nelle relazioni sociali quali che esse siano, anche se profondamente e visceralmente vincolanti come rapporti  di amicizia o di sangue e parentela.

Ora voi dovete riconoscere che Caino e Giacobbe, ognuno a modo suo, rappresentano due mitici (anzi biblici) esempi di cazzimma. L'homo sapiens sapiens, si sa, è animale di branco, un animale sociale, il che dovrebbe coniugarsi con sentimenti di solidarietà soccorso reciproco, eccetera: chi c'ha cazzimma è quello che riesce a godere della protezione del branco ed a guadagnare anche prestigio, senza offrire in cambio la propria solidale lealtà, perché l'unica cosa che gli interessa sono gli affari suoi: bisogna riconoscerlo, avere cazzimma è un'arte e richiede anche una certa spregiudicatezza, oltre che la disincantata consapevolezza che la considerazione di cui si riesce a godere in qualsivoglia gruppo sociale è più legata al rapporto di forza che d'affetto ...
purché sia sempre l'amore che muove il mondo ...

Insomma la cazzima può essere una virtù come la crudeltà e un discreto stomaco possono esserlo in guerra, nello scontro corpo a corpo, quello degli antichi soldati: chiaro che a parità di altre variabili vince il più  crudele e ... cazzimmoso.
Che ci possiamo fare? Abele è morto senza progenie e del resto nemmeno lui ci scherzava con gli agnelli ...
Sarà che questo è il migliore dei mondi possibili ...

Commenti

  1. Sono napoletana e conosco bene il significato ambiguo del termine, tuttavia l'ho sempre sentito adoperare dai miei concittadini in senso molto dipregiativo. Non credo esista un sinonimo unico in italiano.

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    1. Di solito si è dispregiativo ed hai ragione: non esistono sinonimi in lingua italiana. :-)

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