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Un dispositivo elettrico per recuperare la memoria

Siamo abituati ormai ad immaginare che alcune funzioni fisiologiche dei nostri organi possano essere sostituite da apparecchiature artificiali, tuttavia suscita molta curiosità ed aspettativa la notizia del finanziamento da parte del Dipartimento della Difesa degli USA di una ricerca mirata a costruire un dispositivo che sia in grado di reintegrare la memoria soprattutto nelle amnesie legate ad episodi traumatici, ma potenzialmente utilizzabile in altri disturbi e deterioramenti che comportano la perdita  delle funzioni mnemoniche.

La notizia, pubblicata su diverse riviste scientifiche, viene ripresa anche da Nature ed in effetti sembra che l'attuale filone di ricerca si orienti su di un terreno già in parte sondato. Il target della ricerca è il trattamento dei disturbi da stress post traumatico, incluse la depressione e le disfunzioni della memoria.

Saranno coinvolti due diversi gruppi di ricercatori, uno in Pennsylvania e l'altro in California.
Nelle fasi iniziali ci si occuperà di studiare soggetti epilettici cui siano stati impiantati temporaneamente elettrodi cerebrali, con lo scopo di individuare il punto di origine della crisi epilettica, ma che (grazie agli elettrodi impiantati) si prestano anche ad essere studiati durante i processi di apprendimento e memorizzazione, con la registrazione della attività elettrica cerebrale.

Sulla base delle informazioni raccolte e prevedendo di arruolare nello studio un centinaio di individui, i ricercatori sperano di riuscire ad elaborare modelli personalizzati di stimolazione utili al recupero di specifiche funzioni cognitive, in particolare appunto della memoria.

Dopo le prime fasi di sperimentazione sui soggetti epilettici l'efficacia delle tecniche verrà valutata sui soggetti con lesioni cerebrali, come da trauma cranico. Secondo gli studiosi, il tipo di trattamento prospettato potrebbe risultare efficace in molti casi di perdita di memoria, compreso il morbo di Alzheimer.

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