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Crisi dei consumi: chiudono le imprese ed anticipano i saldi

La Confcommercio lancia l'ennesimo allarme sulla crisi dei consumi: nei primi 10 mesi di quest'anno c'è stata una inarrestabile moria delle imprese del settore terziario.
Secondo i dati dell'osservatorio Confcommercio sulla demografia delle imprese, il bilancio tra la nascita di nuove aziende e la chiusura di altre risulta negativo con 78.000 imprese in meno nel periodo che va da gennaio ad ottobre di quest'anno: il dato è peggiore di quello relativo allo stesso periodo dello scorso anno, a sua volta con il segno meno, quando si registravano 76.489 imprese in meno. Per quest'anno in particolare si registra:

  • Commercio al dettaglio, alimentare e non: - 25.600
  • Servizi alberghieri e di ristorazione: - 13.759
  • Altri servizi: - 26.272
All'interno di questo quadro, l'unica area che registra all'inverso una tendenza espansiva è il commercio ambulante con un saldo positivo di + 1.600 unità.
Nella valutazione che ne fa Confcommercio, il dato è da collegarsi alla recessione ed alla contrazione dei consumi legati alla crisi.
Come c'era da aspettarsi, la situazione più grave si registra nel sud dell'Italia. 
In media si tratta di 260 imprese chiuse ogni giorno nei 10 mesi esaminati. 

Probabilmente l'anticipo di apertura sui saldi invernali, deliberato per il 3 gennaio, rappresenta quindi una misura intesa ad incoraggiare gli acquisti e recuperare in parte la contrazione degli introiti. L'anticipo dei saldi consentirebbe ai consumatori di sfruttare il fine settimana per dedicarsi agli acquisti e secondo i dirigenti della Confcommercio, è una scelta che dovrebbe ridare ossigeno ai piccoli commercianti che si trovano in difficoltà.


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