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L'intolleranza odia la satira: la strage del Charlie Hebdo

L'intolleranza odia la satira, ma garantisce uno straordinario lancio pubblicitario per l'ultimo romanzo di Michel Houellebecq: la strage dei redattori e del direttore del settimanale satirico parigino Charlie Hebdo, nel cuore della capitale francese non solo è assolutamente agghiacciante, ma rappresenta una frattura certamente insanabile nei rapporti di fiducia e convivenza civile tra la popolazione francese di religione islamica e quella appartenente a diverse credenze religiose o non credente affatto.
Insomma l'atto terroristico compiuto dai fondamentalisti islamici rischia di essere vissuto e diventare di fatto una dichiarazione di guerra, circostanza sicuramente ben accetta alle frange dell'estrema destra occidentale che questa guerra l'hanno già dichiarata e la fomentano da tempo.

I FATTI
Questa mattina, alle 11,30 circa, a Parigi un commando armato, composto, secondo gli ultimi aggiornamenti, di tre persone incappucciate, è riuscito ad entrare nella sede del settimanale satirico parigino Charlie Hebdo: sono rimaste uccise 12 persone tra le quali il direttore della testata, Stephan Charbonnier, e tre dei vignettisti più importanti, Georges Wolinski, Tignous e Cabu (nomi d'arte).
I feriti sono otto dei quali cinque in  gravi condizioni.

Alcune delle drammatiche sequenze sono state filmate: un poliziotto ferito a terra, finito freddamente dai terroristi con un colpo alla testa e giornalisti che cercano salvezza, arrampicandosi sui tetti.
I testimoni sopravvissuti riferiscono che i terroristi parlavano un perfetto francese ed hanno dichiarato la propria appartenenza ad Al Qaeda. Sta di fatto che i terroristi erano evidentemente informati della riunione  redazionale del mercoledì mattina, abituale per il giornale e sotto la minaccia delle armi si sono fatti aprire la porta ed accompagnare dai giornalisti che intendevano uccidere.

LA COPERTINA
Oggi Charlie Hebdo usciva con una copertina canzonatoria dell'ultimo prodotto editoriale di Michel Houellebecq: lo scrittore infatti proprio oggi vede pubblicata la sua ultima opera "Sottomissione", un romanzo di fantasia in cui si descrive una Francia islamizzata forzatamente con un presidente di religione islamica: una tematica di fatto collusiva con alcune tendenze islamofobe della destra francese.
Nella copertina di Charlie Hebdo, Michel Houellebecq viene oggi rappresentato grottescamente abbigliato come un mago preveggente con la battuta: "nel 2015 perdo i denti, nel 2022 faccio il ramadam": paradossalmente quindi una satira che intendeva mettere all'indice proprio la destra islamofoba e le apocalittiche previsioni di Houellebecq, a cui invece tutta la vicenda sembra abbia reso uno straordinario lancio pubblicitario.

TANTO TUONO' CHE PIOVVE
Il Charlie Hebdo aveva già subito in passato numerose minacce per le vignette satiriche su Maometto: denunce, minacce verbali, attentato incendiario si erano succedute nel tempo dal 2006 ad oggi, tanto che il direttore del giornale era già sotto la protezione della polizia.

LE CONSEGUENZE
A partire da oggi a causa di questi tre assassini la vita dei francesi di religione islamica diverrà molto più difficile, perché non per tutti sarà semplice riprendere a parlare il linguaggio della tolleranza dopo un episodio di tale gravità: le uniche cose che potrebbero attenuare le conseguenze di un fatto di tale portata sarebbero una veloce individuazione e cattura dei responsabili ed  il loro isolamento da parte della comunità islamica che mai come ora è chiamata a prendere posizioni ufficiali contro i gruppi terroristici, che certamente non esprimono lo spirito religioso degli islamici, ma verosimilmente potrebbero essere fatti oggetto di infiltrazioni anche manipolatorie da parte di forze oscure ed oscurantiste di diversa e difficilmente decifrabile provenienza.
Quelli che hanno compiuto l'azione sono killer professionisti  e ben addestrati.
Con molta probabilità ci saranno conseguenze anche nelle politiche internazionali europee per quanto riguarda i conflitti mediorientali ed a questo punto in una direzione facilmente prevedibile, sicché non è difficile intuire che l'atto terroristico non ha di certo reso un favore al mondo ed alla religione islamica, ma anzi all'opposto, facendolo apparire come una folle forma di fanatismo animato da furia omicida.


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