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Oms: nessuna "associazione sistematica" tra migrazione ed importazione di malattie infettive

Un altro mantra delle comunità  xenofobe, è stato liquidato seccamente in poche parole dal comunicato diffuso in questi giorni dall'Oms e riguardante i provvedimenti sanitari necessari all'accoglienza dei profughi.
Nella dichiarazione del dr. Zsuzsanna Jakab, direttore Oms per la regione europea, si legge testualmente che:

 "A dispetto di una percezione comune (...) non vi è alcuna associazione sistematica tra migrazione ed importazione di malattie infettive (...)"

Nella dichiarazione Oms si sottolinea come le malattie trasmissibili siano principalmente associate alle condizioni di povertà e che allo stato, le malattie che possono essere contratte dai migranti sono quelle presenti nel continente europeo: in altre parole è più probabile che i profughi contraggano le malattie presenti nel paese che li accoglie. Saranno loro a rischiare di prendere le nostre malattie e non viceversa...
Testualmente Jakab dichiara:

"Rifugiati e migranti sono principalmente esposti alle malattie infettive che sono presenti in Europa (...) il rischio che agenti infettivi esotici (...) vengano importati in Europa è estremamente basso e quando succede riguarda di solito viaggiatori abituali, turisti o operatori sanitari, piuttosto che rifugiati e migranti"

L'Oms inoltre informa che l'Ufficio regionale per l'Europa sta provvedendo alla formazione del personale sanitario da utilizzarsi per l'emergenza ed alla pianificazione sanitaria con fornitura anche di appositi kit pensati per far fronte all'urgenza della situazione e ciascuno dei quali basta a soddisfare le esigenze sanitarie di 10.000 persone per 3 mesi.

Commenti

  1. Il mio parere?
    Semplice! I migranti vivono in condizioni e climi diversi dai nostri e quindi possono essere più ricettivi per malattie che noi ormai "sopportiamo" bene.
    D'alro canto, portano con sè virus/microbi che qui non esistevano più e ai quali non siamo preparati. I nostri stessi medici posono anche non essere preparati a riconoscerli subito.
    Le condizioni in cui arrivano, la fame, la sporcizia, la denutrizione che li accompagna purtroppo e quello che di nuovo purtroppo trovano ad attenderli qui fanno il resto.
    Io non faccio una colpa a loro. Ci mancherebbe ancora. Penso però che i nostri medici dovrebbero essere più preparati a riconoscere malattie come la tbc che qui era praticamente scomparsa e ora sta tornando.
    Poi, detto questo, qualcuno dovrà pure aiutare questi poveri cristi!
    Certo che se l'Europa al completo facesse la sua parte....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ovviamente si tratta di persone che hanno bisogno di tutto, compresa l'assistenza sanitaria, ma chi riesce a superare un viaggio come quello che affrontano loro senza morire prima di stenti e di fatica, deve trovarsi in buon a salute, anzi con una salute di ferro! Arrivano i giovani, quelli che sperano in un futuro per sé ed i propri figli.
      Quello che dice l'Oms è che è più facile che siano loro a prendere le malattie europee, visto che comunque ci arrivano debilitati, anziché che siano loro a portare a noi le malattie esotiche: questo non toglie che possano esserci persone malate e che in tutti i casi siano imprescindibili i controlli sanitari all'arrivo.
      Non so dalle tue parti, ma qui abbiamo molti marittimi, logicamente vaccinati per tutto quando ottengono il libretto di mare e tuttavia a volte è qualcuno di loro che si porta dietro una malattia... io credo che sia la frequenza dei viaggi e l'uso dei mezzi di trasporto veloce di cui disponiamo oggi a far rispuntare vecchie malattie.
      La globalizzazione interessa anche la salute: non è escluso che qualche profugo possa essere ammalato, ma questo statisticamente incide poco o nulla sulla diffusione in Europa di malattie esotiche, meno di quanto incida la presenza di tali malattie nei "turisti e viaggiatori abituali" come scrive l'Oms nel comunicato. Un bacio Patricia: buona domenica!

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