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Nella giornata mondiale della poesia l'anniversario di Alda Merini

Oggi, che da calendario ufficiale sarebbe anche  il primo giorno di primavera, si celebra la giornata mondiale della poesia: si tratta di una ricorrenza istituita nel 1999 per volontà dell'Unesco e festeggiata per la prima volta il 21 marzo dell'anno successivo, nel 2000. 

Perché la poesia? La poesia è stata considerata una forma d'arte in posizione di privilegio per la sua capacità di favorire l'incontro e lo scambio tra culture, un simbolo di universalità e pace fra i popoli. 

Il maggiore motore di ricerca nel mondo, Google, ha dedicato oggi il suo doodle celebrativo ad Alda Merini, una delle più conosciute poetesse contemporanee in Italia,  nell'ottantacinquesimo anniversario della sua nascita. Tante le iniziative in programma per la giornata in diverse città, sui media e nel web: soprattutto letture di poeti e poesie da tutto il globo e di ogni epoca storica. 

Non possiamo definire la poesia, poiché nulla di definito riesce ad essere poetico: l'armonia dell'irrazionale, la rivelazione di una follia ispirata, la passione degli amori carnali o l'umanità solidale e ribelle che coglie nella pietà, la grandezza di ogni creatura. Ancora si impregna del sogno, che fluisce dai labirinti onirici ai versi. Ogni cosa è poesia se può trasmettere nella musicalità narrata dei suoi versi la piena di emozione che coinvolge e trascina, come straordinariamente espresso dagli stessi poeti che hanno scritto di poesia. A proposito di poesia Alda Merini scriveva:

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio 
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Un poeta come un vate, che non declama, ma bisbiglia al buio delle sue notti insonni, pronunziando parole la cui magia pervasiva può scuotere l'intero universo e sfidare il creatore. 


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