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La globalizzazione del pettegolezzo e la spettacolarizzazione del dolore

Mio nonno diceva: "Cala il bastone e volano gli stracci". Un proverbio antico, attinto all'atavica saggezza popolare, che contiene una verità profonda. Quando cala la scure moralizzatrice dall'alto degli scranni mediatici dei nostri intellettuali, manco a dirlo, volano gli stracci! Ora mi è capitato di leggere questi sermoni moralizzatori a proposito della penosa vicenda di cronaca accaduta ad Ischitella in provincia di Foggia, dove si è consumata la più feroce vendetta trasversale da parte del solito uomo che ha ucciso la figlia quindicenne della ex compagna, rea di averlo lasciato e di essersi poi resa irreperibile per sfuggire alle persecuzioni dell'ex. 

Lui si è poi suicidato, sottraendosi quindi alla giustizia umana, mentre la madre ha manifestato rabbia e dolore sui social, facebook per l'esattezza, complice il profilo pubblico (che facebook propone in automatico, salvo scegliere poi opzioni diverse). La donna inoltre (udite, udite!) si è prestata anche ad un paio di interviste televisive. A questo punto, mentre una parte  della stampa e dei media marciano sulla curiosità morbosa della gente per raccontare i risvolti umani della vicenda e fare cassetta sulla pelle altrui, ecco che dall'altra parte insorgono i moralizzatori: quelli che strizzano l'occhio alla fetta di opinione pubblica convinta della propria superiorità intellettuale e morale e pertanto pronta a cogliere le altrui debolezze per giudicare, mettersi un gradino al di sopra, dimostrare quanto più bravi e capaci sarebbero stati loro a gestire più dignitosamente una situazione del genere.

Ora si potrebbe anche concordare sul fatto che esibire pubblicamente i propri sentimenti sia moralmente ed esteticamente riprovevole. Non è bello, né dignitoso, va bene, ma allora io mi domando: perché questa scure moralizzatrice cala così spietatamente su un donna qualunque così atrocemente ferita nei sui affetti e mai una tale riprovazione ha colpito ad esempio una Maria De Filippi che sulla spettacolarizzazione del dolore e sulla morbosità pettegola della gente, ha costruito una intera carriera non  da oggi, ma da numerosi decenni a questa parte?

"Cala il bastone e volano gli stracci". Il nonno aveva ragione da vendere! Il profilo della povera madre trabocca di insulti ed accuse di ogni tipo: commenti che la titolare dell'account potrebbe rimuovere, ma che invece restano lì a testimoniare la più ottusa cattiveria umana... Ora un paio di gentildonne, forse profili fake di gente che evidentemente sa gestire meglio i social, attaccano ed accusano apertamente: è colpa sua (della donna perseguitata, ndr, non dell'assassino) si sa chi è lei (ovvio che si sottintenda l'insulto scontato e dovuto ad una donna)  ed ancora addirittura un link al teatro satanico!! Ma la ciliegina sulla torta la mette proprio il mondo dell'informazione: Selvaggia Lucarelli con un post su facebook attacca la madre senza mezzi termini (al momento 75.000 like e 3796 condivisioni) un macigno che rotola sulla testa di una delle vittime della vicenda e perfino il pacato Michele Serra con un articolo su Repubblica si picca di vestire i panni del moralizzatore. Va detto che Serra, contrariamente alla Lucarelli, non porta un attacco personale, ma una riflessione generale sul decadimento dei costumi ai tempi dei social, ma della De Filippi Serra ha mai parlato? Del malcostume dei cosiddetti reality? Della cattiva abitudine di certa stampa di pagare per determinate interviste? Metti che uno ha bisogno di soldi per seppellire una figlia, anche una intervista pagata può servire: sappiamo qualcosa di questo noi? Certo che no! A noi basta sentirci migliori di una povera donna colpita dalla peggiore delle disgrazie! 

Tuttavia la mia domanda a tutti, feroci commentatori e fulgidi intellettuali dell'informazione, è la stessa: se davvero credete nella dignità del silenzio, come mai invece di tacere continuate a scrivere ed a fare cassetta sulla disgrazia di questa  famiglia? Perché non cominciate voi col tacere, giusto per dare un buon esempio di dignità? Lo so: è una domanda senza risposta...

Commenti

  1. saggia sintesi, l!imbarbarimento della così detta civiltà civile, una volta c"era il colosseo con i leoni che sbranavano i cristiani, i combattimenti dei gladiatori..adesso c"è il web molta acqua è passata sotto i ponti ,secoli di storia e di guerre, adesso ci ritroviamo d"accapo..si..perchè sono cambiati gli usi ma l"uomo è rimasto sempre uguale e senza che se ne accorga. unica differenza da allora è che il mondo era tutto da scoprire e migliorare...adesso ritorniamo indietro perchè avanti non vi è rimasto nulla se non la decadenza!

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    1. Grazie Mario Occhini: francamente ho riflettuto un po' prima di pubblicare questo post, ma credo che fosse dovuto, anche se non avrà molta risonanza. Non si può colludere tanto a lungo con la morbosità voyeuristica della gente e poi aspettarsi che invece tutti siano educati alla compostezza ed al rispetto. Comunque povera ragazza e povera madre...

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  2. Rispondo io alla tua domanda,se posso. Perchè parlare di certe disgrazie, pontificare urlado "io avrei saputo cosa fare dire eccetera" rende in volgarissima pecunia e in ancor più volgare e oscena pubblicità.
    Povera bambina! Povera donna!

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    1. Infatti Patricia! Questo lo sospetto molto anch'io ed è questo che fa rabbia...

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  3. Bella riflessione. Sì, tuo nonno aveva ragione da vendere.

    Buona giornata cara

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